[vc_row full_width=”stretch_row” css=”.vc_custom_1508608906128{margin-bottom: 20px !important;padding-top: 30px !important;background-color: #fff6ea !important;}”][vc_column width=”1/2″][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]> I Nostri Formaggi | Caciotta
> torna alla pagina i nostri formaggi tipici siciliani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”117″ alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]La Caciotta, è un formaggio da tavola, fresco, a pasta filata, di piccole o medie dimensioni, con caratteristica forma cilindrica. Viene prodotto in genere con tutti i tipi di latte. La storia della caciotta nasce sulla falsariga del pecorino, la cui tecnica produttiva si differenzia solo per alcuni accorgimenti. Nel momento storico in cui si abbandonò la pratica della transumanza e prese a svilupparsi la catena del freddo, i produttori immisero sul mercato un formaggio meno stagionato, meno forte e piccante, che potesse riscontrare il consenso di un pubblico più vasto, magari anche accontentare il palato dei più piccoli. L’Azienda Alcantara Formaggi la produce esclusivamente con latte vaccino.
Il suo nome deriva da “cacio”, appellativo latino che si cominciò a utilizzare dall’Ottocento per indicare tutti i formaggi della penisola.
Considerata per lungo tempo, dal dopoguerra in poi, cenerentola dei formaggi e della cucina, negli ultimi anni se ne è riscoperta la bontà e la genuinità.
Peraltro è uno dei formaggi con il miglior rapporto qualità/prezzo. E forse, proprio per questo, oggi la caciotta siciliana è divenuta un prodotto immancabile in dispensa. È il formaggio della socializzazione per eccellenza, quello che non manca mai a tavola, su un tagliere insieme a salumi o anche in compagnia di pere.
E si sa, al contadino non fare sapere…
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Abbinamento al bicchiere
Il modo di mangiare la caciotta più comune è al naturale, come antipasto, anche con melanzane, carciofini o in compagnia di sott’olio. È, assieme al pane e burro, una tra le più antiche merende italiane. Molto buona, è oggi sempre più presente nei menù gourmet di ristoranti stellati servita con mieli, composte o gelatine, che ne esaltano il sapore. Se quelle più stagionate si prestano ad essere mangiate a fette, quelle fresche, a pasta più molle, sono preferite per realizzare primi e secondi, ma anche dessert, oltre che deliziosi snack. Tagliata a dadini diventa ingrediente per insalate. Volendo abbinare un vitigno autoctono siciliano suggeriamo Il Minnella. Viene chiamato Minnella per la forma particolare, allungata, dell’acino, che ricorda vagamente una “minna” mammella. Viene coltivato sulle pendici dell’Etna, ed entra far parte della composizione dell’Etna DOC. Vinificata in purezza da un vino bianco molto interessante dal colore giallo paglierino, odore di frutta matura, tipico con sentori di anice, dal sapore secco e gradevolissima persistenza aromatica[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]